L'Unione Europea scommette 200 miliardi sull'AI
I paesi del mondo contrapposti sul futuro dell’intelligenza artificiale. L’Europa insiste su trasparenza e accessibilità
Parigi, 12 febbraio 2025 - Si è concluso a Parigi l’AI Action Summit, l’evento sull’intelligenza artificiale fortemente voluto da Emmanuel Macron, che lo ha presieduto congiuntamente al primo ministro indiano Narendra Modi, con la partecipazione di oltre mille partecipanti provenienti da più di cento paesi, tra cui leader governativi, rappresentanti di organizzazioni internazionali, esperti accademici e figure chiave dell’industria tecnologica.
Dal 10 all'11 febbraio 2025, Parigi ha attirato i riflettori del mondo sull’intelligenza artificiale, sperando anche di condividere il palcoscenico internazionale. Obiettivo dichiarato del vertice è stata la definizione di strategie condivise per sviluppare un’AI, che sia non solo competitiva su scala globale, ma soprattutto eticamente responsabile e inclusiva.
L’AI Action Summit ha inteso segnare un passo concreto verso la costruzione di un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia non solo un motore di progresso economico, ma anche uno strumento per promuovere il benessere collettivo, nel rispetto dei diritti umani e della sostenibilità ambientale.
L’Unione Europea ha raccolto immediatamente le proposte, annunciando un piano di investimenti da 200 miliardi di euro attraverso il programma InvestAI, finalizzato alla creazione di gigafactory dedicate allo sviluppo di tecnologie AI all’avanguardia. Questa iniziativa mira a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle grandi aziende statunitensi e cinesi, promuovendo un’industria tecnologica autonoma e sostenibile.
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha enfatizzato l’importanza di una governance dell’AI basata su valori democratici: “L’Europa vuole essere un punto di riferimento globale - ha sottolineato - per un’intelligenza artificiale etica e affidabile. Non si tratta solo di regolamentare, ma di creare un ecosistema che favorisca l’innovazione responsabile”.
A livello nazionale, il governo francese ha presentato la fondazione Current AI, dotata di un finanziamento iniziale di 400 milioni di dollari, con l’obiettivo di sostenere progetti open source e la creazione di dataset pubblici di alta qualità.
Nel suo discorso inaugurale, Emmanuel Macron ha sottolineato l’importanza di un risveglio europeo nel campo dell’intelligenza artificiale: “L’Europa non può permettersi di restare spettatrice in una rivoluzione che sta ridefinendo ogni aspetto delle nostre vite. È nostro dovere guidare questo cambiamento, garantendo che l’IA sia al servizio dell’uomo e non viceversa”.
Sulla stessa linea, Narendra Modi ha evidenziato come l’intelligenza artificiale debba essere uno strumento di progresso sociale, capace di ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità della vita: “L’IA - ha detto - deve diventare un motore di sviluppo inclusivo, rispettoso delle diversità culturali e capace di creare opportunità per tutti”.
Le conclusioni del Summit pongono al centro dell’utilizzo dell’AI principi come trasparenza, accessibilità, equità e prevenzione della concentrazione di potere nel settore tecnologico. Il documento finale titolato esplicitamente ‘Dichiarazione sull’intelligenza artificiale inclusiva e sostenibile per le persone e il pianeta’ è stato firmato da sessantuno paesi, tra cui Francia, Cina e India.
I protagonisti dei lavori sapevano già in partenza che l’aspetto della condivisione, sarebbe stato molto difficile da raggiungere, almeno completamente, considerate le più recenti affermazioni del presidente americano Trump. E la profezia si è puntualmente avverata: Stati Uniti e Regno Unito hanno scelto di non firmare la dichiarazione congiunta, manifestando preoccupazioni riguardo al rischio di una regolamentazione troppo restrittiva.
“Un’eccessiva burocrazia potrebbe soffocare l’innovazione - ha dichiarato il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance - e rallentare la nostra capacità di competere a livello globale. Dobbiamo trovare un equilibrio tra etica e crescita tecnologica”.
Analoga posizione degli Usa è stata manifestata dalla Gran Bretagna, secondo cui la flessibilità normativa è essenziale per attrarre investimenti e mantenere la leadership nel settore.
Nonostante queste divergenze, il Summit si è concluso con un messaggio di ottimismo e collaborazione. Anne Bouverot, presidente del comitato organizzatore, ha sintetizzato lo spirito dell’evento: “L’intelligenza artificiale è una sfida globale che richiede soluzioni globali. Solo attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale potremo garantire che i benefici di questa rivoluzione raggiungano ogni angolo del pianeta”.
Sandra De Sanctis